Il tuo cervello è la tua attrezzatura più sofisticata e insostituibile che ti porti in qualsiasi servizio fotografico. Ma questa macchina straordinariamente complessa è anche piena di “difetti mental”i chiamati pregiudizi cognitivi o meglio Bias Cognitivi.
“giudizi (o pregiudizi) che non corrispondono necessariamente alla realtà, sviluppati sulla base dell’interpretazione delle informazioni in possesso, anche se non logicamente o semanticamente connesse tra loro e che portano dunque ad un errore di valutazione o mancanza di oggettività di giudizio.“
Definizione di Bias Cognitivi: Da Wikipedia
Questo è esattamente il motivo per cui i pregiudizi cognitivi sono così insidiosi: sono naturali.
Lo studio dei Bias cognitivi è relativamente recente, e questi pregiudizi influenzano la tua fotografia dalla pianificazione, all’imballaggio, all’esecuzione: ti impediscono di migliorare.
Come fotografo, te ne ho già parlato nei giorni precedenti, pensiamo che la fotografia basta a svolgere la professione nel miglior modo possibile, ma c’è molto di più!
Riconoscendo questi pregiudizi per quello che sono, puoi contrastarli per migliorare la tua fotografia e ogni altra area della tua vita.
Quindi smetti di lavorare contro te stesso e impara a individuare queste stranezze cerebrali nel tuo modo di pensare.
O per dirla alla Spock, “La logica è solo l’anticamera della saggezza, non il suo epilogo”.
Riepilogo Articolo - Luca Cazzaniga
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Pregiudizio ai costi sommersi: “Basta trarne il meglio”
Il peggiore Bias (almeno per me): il pregiudizio dei costi sommersi, che colpisce ogni aspetto della vita perché è mascherato da una sfumatura di razionalità.
Grazie a un fenomeno chiamato Loss Aversion Bias, preferiamo minimizzare le perdite piuttosto che massimizzare i guadagni. Pertanto, quando perdiamo tempo, denaro o sforzi in una scelta, manteniamo la scelta sbagliata invece di cambiare marcia: permettiamo al “costo sommerso” di influenzare le nostre decisioni più di quanto dovrebbero fare.
- Brafman, Ori (Autore)
I fratelli Brafman, nel libro “Sway. Il richiamo irresistibile dell’irrazionale“, raccontano che molto spesso nello sport si tende a gareggiare per evitare la sconfitta piuttosto che per raggiungere la vittoria.
La stessa idea è stata ripresa da due professori della University of Pennsylvania, che hanno analizzato il comportamento dei golfisti nei principali tornei internazionali.
Il loro studio ha dimostrato che anche i migliori giocatori di golf, Tiger Woods compreso, preferiscono perdere l’occasione di realizzare un “birdie” (quando un giocatore imbuca con un numero di colpi inferiore rispetto a quelli previsti) per paura di fare un “bogey”(imbucare con un numero di colpi maggiore di quanto ci si aspetta).
Imboccare la strada che apparentemente sembra più sicura ha il suo costo. Nel 2008, se ogni golfista presente della TOP 20 fosse stato in grado di superare questo bias, il guadagno atteso sarebbe cresciuto di $1.2 milioni di dollari (+22%). (per approfondire)
Nella tua vita di fotografo questo Bias va a toccare molti aspetti, da quelli monetari a quelli di osare.
Hai mai provato a “vendere” della apparecchiatura usata? ecco in quella circostanza probabilmente ti sei imbattuto in questo Bias.
Nella tua testa subentrano ragionamenti che ti fanno dire che hai investito molto tempo e denaro in queste cose (che oggi sono li inutilizzate), quindi ti sembra uno spreco venderle, magari ad un prezzo “basso” o più basso di quello che pensavi.
Ma ricordati che non puoi recuperare i costi, e tenerli in casa fa si che siano un costo: di spazio, di non poter reinvestire i soldi in altro più utile, come può essere la formazione.
Nella fotografia stretta ti può capitare di non voler rischiare andare oltre, magari mentre sei uscito per fotografare l’alba, perchè hai paura di non trovare una postazione migliore di quella in cui sei, e di conseguenza pensi di poter perdere quell’alba meravigliosa.
Ma investire sulla scoperta di qualcosa di nuovo, porterà certo più vantaggi che rimanere fermo e farsi sopraffare dal Loss Aversion Bias
Pianificazione fallacia: “Migliorerò col tempo”
“La qualità non è mai un incidente. È sempre il risultato di uno sforzo intelligente. ” —John Ruskin
Quando inizi a pianificare il tuo prossimo servizio fotografico, prendi intenzionalmente in considerazione i servizi precedenti? No, davvero — hai misurato cose come:
- Di quanto tempo hai bisogno per svolgere il nuovo servizio fotografico?
- Quante ore/giorni devi dedicare al post produzione?
- Quali strumenti devi portare/usare per quel determinato servizio (quante luci, macchine fotografiche, obiettivi, batterie, schede di memoria, HD esterni, ecc. )
- Nei servizi fotografici cosa è andato male e come puoi risolverlo?
Statisticamente, la maggior parte di noi è troppo ottimista e non siamo in grado di correggere questo bias (Optimism Bias) a posteriori perché raramente documentiamo dati concreti sul campo. Anche i pessimisti, ne sono colpiti.
Neuroscienze e scienze sociali concordano: “l’essere umano è più ottimista che realista.
Non si riescono a fare le giuste previsioni sulla base di valutazioni obiettive. Nonostante ci piaccia pensare di essere persone realiste.
Diversi studi hanno dimostrato che le persone sottostimano la possibilità di divorziare, di perdere il lavoro, di ammalarsi di cancro mentre sovrastimano la propria aspettativa di vita di oltre 20 anni. Questa tendenza a percepire il futuro roseo, anche paragonandolo al passato e al presente, ci riguarda tutti, maschi e femmine, giovani e non giovani, ricchi e poveri. (Per saperne di più)
In fotografia, non migliorerai mai quanto desideri se non hai obiettivi delineati e risultati misurabili su cosa puntare. Gli obiettivi devono essere incentrati su dati, così da poter correggere e migliorare realmente. Quindi, prova ogni giorno a scrivere sul diario delle frustrazioni, delle tecniche provate e dei momenti “vorrei avere …”. Avrai così sempre un diario di “viaggio” che ti potrà dare dei dati sui quali basare i tuoi miglioramenti.
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Sindrome dell’impostore: “Sono un fallimento totale”
“È meglio tenere la bocca chiusa e lasciare che la gente pensi che tu sia uno sciocco che aprirla e rimuovere tutti i dubbi.” —Mark Twain
La Sindrome di Impostore è un problema che affligge molte persone: Di sindrome dell’impostore soffrono, in genere, quelli che impostori non sono.
Curioso, no?
E’ un modo informale e non tecnico per definire una strana condizione mentale. Quella di chi, avendo ottenuto ampi e ripetuti riconoscimenti del proprio valore e una (meritata) dose di successo, di quel successo si sente immeritevole. E continua a sentirsi così nonostante ogni oggettiva evidenza contraria. (per saperne di più)
Nessuno è immune a questa sindrome ed una piccola dose è sicuramente una cosa sana – se non hai almeno un po “di paura di essere scoperto“, è possibile che tu abbia ristagnato un po’ troppo nelle tue zone di comfort.
Ma a lungo termine, la sindrome dell’impostore può portare ad esaurirsi e impedirti di cogliere nuove opportunità di crescita.
In fotografia cerca di avere il coraggio di metterti in gioco, pubblicare un lavoro, scrivere un articolo, raccontare in un video la tua fotografia, esci dalle tue zone di comfort e portati in zone dove potrai imparare qualcosa di nuovo.
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Bias di selezione osservazionale: “Tutti hanno la mia macchina fotografica”
Alcuni pregiudizi possono essere trasformati in superpoteri: con il Bias di selezione osservazionale, il tuo cervello inizia a notare ciò che hai selezionato nella tua mente più frequentemente.
Il pregiudizio osservazionale selettivo è quando selezioniamo un elemento da tenere in mente e improvvisamente iniziamo a notare le cose più di quanto abbiamo fatto in precedenza.
È come se, se si sente una certa canzone e poi si comincia a sentirla ovunque si vada. Non è che queste cose appaiano più frequentemente, è che abbiamo selezionato l’elemento nella nostra mente e cominciamo a notarlo più spesso. La maggior parte delle persone non riconosce questo come un pregiudizio selettivo.
Ad esempio, quando acquisti una nuova fotocamera, inizierai a notare altre persone con la stessa fotocamera e pensi che la frequenza sia più alta del solito.
Di giorno in giorno, questo pregiudizio e suo cugino Bias di conferma possono creare scompiglio nel ragionamento, ma puoi anche usare questo pregiudizio a tuo vantaggio!
Quando scopri qualcosa di nuovo, ad esempio hai scoperto da poco la regola dei terzi, datti un limite di tempo entro il quale dovrai sforzarti per passare oltre. Segnati a calendario, con un avviso la scadenza dopo 15 20 giorni, che ti dica.
PASSA OLTRE, LA REGOLA DEI TERZI DEVE ESSERE SUPERATA
Quindi inizia a cercare e informarti su un nuovo livello della composizione. È più probabile che noti cose che stai cercando , quindi vai avanti e osserva il lavoro dei fotografi dai quali prendi spunto.
- Freeman, Michael (Autore)
Effetto di ancoraggio: “Ma il prezzo è ragionevole”
Spontaneamente facciamo troppo affidamento sulle prime informazioni che ci vengono fornite.
Immagina ad esempio di trovarti a trattare il prezzo di un bene o di un servizio: in questi casi, l’intera trattativa verterà intorno alla prima cifra proposta da una delle due controparti.
Se sei sveglio e fai l’offerta per primo, magari un’offerta ridicolmente a tuo favore, avrai delle buone chances di fare un ottimo affare (come detto il giochino funziona laddove ci sono margini di trattativa)
Prova a pensare quanto, come fotografo adori l’attrezzatura costosa, quindi non è difficile cadere preda dell’effetto ancoraggio .
Quando inizi a fare acquisti senza un budget in mente, i primi articoli su cui atterri hanno un peso sproporzionato.
D’ora in poi, quel prezzo diventerà il tuo ancoraggio mentale: qualsiasi cosa in meno sembrerà ragionevole e qualsiasi cosa in più sembrerà troppo costosa. Quando veniamo catturati da questa trappola della relatività, spesso acquistiamo cose troppo costose per cominciare.
Definisci un budget di partenza, se devi fare un acquisto.
Calcola il costo dei tuoi servizi fotografici.
In entrambi i casi avrai pianificato il tuo punto di ancoraggio
Per staccarti da un’acquisto, prova a domandarti:
- Hai bisogno di questo articolo adesso?
- L’articolo sarà ancora disponibile a questo prezzo?
- Il prezzo potrebbe migliorare significativamente?
- Lo metterebbe in un intervallo più ragionevole?
Queste domande contrasteranno l’urgenza in modo da farti allontanare abbastanza a lungo da sfuggire all’effetto di ancoraggio.
- Fotocamera digitale Mirrorless Sony con sensore Full-Frame CMOR Exmor 24.3 megapixel
- Kit con obiettivo SEL 28-70 mm F3.5-5.6
Altri pregiudizi
- Effetto Bandwagon : controlla il tuo feed Instagram. Quanti dei tuoi amici hanno pubblicato una foto di una metà uguale? C’è il momento dell’Islanda, quello della Norvegia, quello dell’Africa ecc. ecc. ecc.
Ogni anno sembra che ci sia un’inaugurazione di una nuova importante destinazione turistica. Non è una coincidenza i paesi investono milioni di dollari di marketing nel turismo , quindi se vuoi catturare fotografie uniche di paesaggi, pensa due volte prima di saltare sul carrozzone. - Effetto strada ben percorsa: il percorso che percorri di solito è il più veloce e il flusso di lavoro delle riprese che hai usato in passato è il più efficiente. Nonostante Google Maps o un timer che ti dica il contrario, le nostre abitudini vincono perché richiedono meno sforzo mentale e ansia. Non è sempre una brutta cosa, ma l’effetto della strada ben percorsa ci fa rifuggire da nuove rotte e tecniche che portano a miglioramenti misurabili. Peggio ancora, su percorsi familiari, è molto meno probabile che il nostro cervello noti la bellezza che altrimenti risalterebbe.
- Distorsione da status-quo : simile al Bias precedente, potresti cadere nella routine di visitare gli stessi luoghi, ristoranti quando esplori una regione. Nello stesso modo, potresti cadere nella routine di scattare sempre con lo stesso set luci, con la stessa inquadratura, la composizione che ti ha fatto vincere quel concorso, insomma rimanere nelle proprie zone di comfort. Quindi mettiti alla prova su una strada diversa, scatta un genere diverso come la fotografia notturna, impegnati nella fotografia still life, scatta foto ad animali. Questo non accadrà naturalmente, quindi assicurati di stabilire gli obiettivi ben precisi per allenarti.
Di bias cognitivi ne esistono tanti altri, magari proverò ad approfondire ulteriormente questo aspetto.
Non preoccuparti, c’è speranza!
Il primo passo per conquistare nuovi orizzonti e migliorare come fotografo è quello di conoscere i Bias e riconoscerli nel tuo ragionamento. La maggior parte dei pregiudizi è incredibilmente difficile da scoprire in se stessi, quindi trova qualcuno che possa aiutarti, ascoltato fatti consigliare. Nel tempo con la pratica, l’introspezione diventa più facile.
“Una volta che smetti di imparare, inizi a morire.”
Albert Einstein
I Bias cognitivi sono un promemoria umoristico che nessuno è perfetto. Ma se ti metti di impegno, ascolti, cerchi di migliorare e impari a conoscere i tuoi personali bias, la perfezione cesserà di essere un prerequisito per il successo!
“Lungo la strada, ti godrai l’umorismo della nostra natura imperfetta.”
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[…] Mi ci è voluto del tempo per rendermi conto che la “Storia” era la spina dorsale di quello che la fotografia food e di prodotto è per me. Ma quando è arrivato il momento della svolta ho cambiato approccio verso ogni aspetto della fotografia: illuminazione, stile, composizione, conoscenza della mente umana. […]