Il panorama fotografico è ricco di figure di spicco, che hanno contribuito con la loro visione del mondo a creare diversi linguaggi fotografici, passando alla storia come dei veri e propri maestri. Ogni giorno ne nascono di nuovi, con talenti straordinari e capacità che certamente non passano inosservate, e rappresentano una fonte di ispirazione per le nuove generazioni.
Tra i grandi fotografi contemporanei possiamo annoverare Gabriele Micalizzi, fotoreporter italiano famoso per aver immortalato numerosi conflitti avvenuti negli ultimi vent’anni, l’ultimo dei quali quello in Siria, dove è rimasto ferito durante uno dei tanti attacchi da parte dell’Isis.
Il suo coraggio e la voglia di raccontare al mondo cosa avviene durante la guerra, lo hanno reso celebre e molto richiesto. Il suo stle fotografico si rivela crudo e senza filtri, e restituisce la realtà così come egli stesso la vive in prima persona.
“Scopro” Gabriele e la sua fotografia nel 2016, quando partecipa al programma di Sky: “Master of Photography“. Gabriele mi ha colpito subito per la sua capacità di osservare e di portare il proprio stile nella fotografia, in quella prima edizione, Gabriele è il vincitore e da li, io inizio a seguirlo da lontano, oggi è tra i miei reporter preferiti, insieme a Alex Majoli e Franco Pagetti.
- Non si muore di lunedì: la storia del fotoreporter sopravvissuto all'Isis
- Tipo di prodotto: Abisbook
- Micalizzi, Gabriele(Autore)
Riepilogo Articolo - Luca Cazzaniga
CHI È GRABRIELE MICALIZZI
Grabriele Micalizzi, classe 1984, nato a Milano e cresciuto nella periferia di cascina Gobba, è un fotoreporter italiano e anche fondatore insieme ad Arianna Arcara, Luca Baioni, Alex Majoli, Andy Rocchelli, Alessandro Sala e Luca Santese, il collettivo “Cesura“, laboratorio di fotografia con sede a Piacenza che si occupa prevalentemente di reportage di guerra.
Andy Rocchelli, di cui Micalizzi era grande amico, ha perso la vita in Ucraina, proprio durante uno dei suoi servizi. Tra i due fotografi c’era grande stima e competizione, e un legame molto forte.
Gabrile è sposato con Ester, e vive con lei e le sue due figlie in un paese nel piacentino.
Micalizzi ha alle spalle una lunga carriera, e i suoi servizi raccontano nel modo più crudo e realistico possibile, i maggiori conflitti avvenuti in questi ultimi anni. Dall’Egitto alla Siria, molto spesso il fotoreporter si è trovato in situazioni di pericolo, rischiando la propria vita e rimanendo più volte ferito in modo più o meno grave.
Nonostante la sua etica di non interferire con gli eventi che gli capitano attorno, qualche volta, per le circostanze contingenti non riesce a seguirla in modo puntuale (lo capisco), come quando salvò un soldato iracheno ferito ad una gamba.
L’evento risale ad una delle tante battaglie avvenute a Mosul, dove l’esercito iracheno accerchiato dall’Isis, lottava strenuamente per capovolgere le sorti del conflitto. Durante quell’episodio, uno dei soldati venne ferito ad un piede, e l’uomo, impossibilitato a muoversi e senza cure da parte del medico, dovette affidare la sua vita al fotoreporter che, senza troppe esitazioni riuscì a fermare l’emmoragia creando un laccio emostatico e a portare fuori dalla zona di pericolo il ferito.
- Non si muore di lunedì: la storia del fotoreporter sopravvissuto all'Isis
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La più grande fonte di ispirazione per Micalizzi è un’altro grande fotoreporter, il francese Luc Delahaye. Insieme hanno trascorso alcune settimane di lavoro in Libia dove Micalizzi ha avuto modo di conoscere meglio il collega, definendolo una sorta di Clint Eastwood del fotogiornalismo, grazie al suo atteggiamento sprezzante nei confronti del pericolo.
Micallizzi ha lavorato prevalentemente in Egitto, in Libia, nella Striscia di Gaza e in molti territori teatro di conflitti.
Ha lavorato infatti per i grandi marchi, tra cui l’ultimo Nike per la quale ha creato una serie di foto per la campagna pubblicitaria in collaborazione con il rapper Tedua.
Tra i suoi lavori inoltre ci sono molti servizi dedicati a sportivi, cantanti e anche reportage cittadini.
IL SUO GENERE FOTOGRAFICO
Gabriele Micalizzi è un fotoreporter, un fotografo che racconta storie attraverso le sue immagini.
Ha fondato il collettivo Cesura insieme Arianna Arcara, Luca Baioni, Alex Majoli, Andy Rocchelli, Alessandro Sala e Luca Santese, dedicandosi al reportage di guerra che lo vede impegnato costantemente.
Quando si trova a Milano si dedica ancora alla fotografia di moda, risultando uno dei fotografi più ricercati di sempre.
- Micalizzi, Gabriele(Autore)
CHE MACCHINA FOTOGRAFICA UTILIZZA
Gabriele Micalizzi per i suoi reportage utilizza prevalentemente una Leica SL2, che considera tra le macchine fotografiche migliori e più robuste, oltre ad offrire ottime prestazioni ed una velocità di scatto eccezionale.
La usa soprattutto in zone poco illuminate, rivelandosi una fotocamera davvero affidabile.
Micalizzi ha perso l’uso del dito medio della mano destra durante e non vede bene con l’occhio destro, a causa si un incidente durante uno dei sui reportage in zona di guerra, per tale motivo l’impugnatura della Leica SL2 per lui risulta davvero comoda, consentendogli di avere una presa molto salda nonostante la menomazione.
LE SUE PUBBLICAZIONI
Micalizzi collabora con le maggiori testate giornalistiche mondiali, realizzanto reportage fotografici per il New York Times Magazine, il Neyorker, Newsweek, il Corriere della Sera, Stern, Espresso, la Repubblica, Panorama, Sportsweek, e anche per il Wall Street Journal.
Le sue opere più significative possono essere visionate sul suo sito personale, dove sono pubblicate le foto scattate durante il conflitto in Medioriente.
Ti consiglio la lettura dei suoi libri:
- In guerra. Vita e battaglie del fotoreporter sopravvissuto a un razzo dell’Isis
- Non si muore di lunedì. Storia del fotoreporter sopravvissuto all’ISIS
- Non si muore di lunedì: la storia del fotoreporter sopravvissuto all'Isis
- Tipo di prodotto: Abisbook
- Micalizzi, Gabriele(Autore)
CONCLUSIONE
Conoscere la storia e le vicende dei fotografi che hanno fatto la storia e che la stanno facendo attualmente, è un modo interessante e un punto di partenza per giovani artisti che vogliono cimentarsi in determinati settori.
Gabriele è una fonte di ispirazione, coraggio e volontà per tutti coloro che vogliono affrontare il fotogiornalismo, un tipo di fotografia che spesso porta il fotografo in zone di estremo pericolo, nel quale la propria sicurezza personale è spesso messa a rischio in favore della verità.
Attraverso i suoi reportage Micalizzi racconta senza filtri, ed in modo crudo e realistico, quello che avviene nelle zone calde, rimanendone esso stesso ferito e divenendo parte integrante della storia.
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