“Parlano di naturalismo in opposizione alla pittura moderna. Mi piacerebbe sapere se qualcuno ha mai visto un’opera d’arte naturale. Natura e arte, essendo due cose distinte, non possono essere la medesima cosa. Con l’arte esprimiamo la nostra concezione di ciò che non è natura.”
PABLO PICASSO
In questi anni di fotografia ho riletto spesso questa frase di Picasso, in particolare tutte quelle volte che qualcuno “giudicando” una fotografia, mia o non mia poco importa, poco naturale.
Riepilogo Articolo - Luca Cazzaniga
La fotografia come riproduzione della realtà
Ho sentito milioni di volte la storia del:
- La fotografia deve riprodurre la realtà,
- L’analogico con l’analogico si fotografava in modo più naturale, senza esagerare nella post produzione
- Secondo me hai esagerato con la post produzione, rendendo la fotografia irreale
E tante altre sfaccettature di un discorso dove i forum, i gruppi di fotografia su Facebook, sono pieni di discussioni su questo argomento.
Prima di darti il mio parere su questo argomento, mi piacerebbe fare un piccolo inciso.
- Chi definisce cosa è “giusto” o sbagliato?
- Entro quali limiti la fotografia è esagerata nella post produzione o quando no???
- Ma la pre-produzione vale come naturale o anche quella è innaturale?
Insomma quali sono le regole del gioco??
Personalmente in questo caso non ci sono “limiti” o regole, o meglio ci sono se chi scatta le vuole mettere.
Le opinioni sulle fotografie altrui
Spesso si da per scontato che guardando una fotografia bisogna sempre dare la propria opinione: “la trovo sottoesposta, la trovo poco bilanciata, c’è l’orizzonte storto, avrei messo a fuoco quella cosa invece che quell’altra, quel panorama è troppo chiaro, avrei schiarito un po’ di più le ombre, e qualsiasi altra cosa ti è venuta in mente.
Ohh prima di continuare, chiariamo due cose:
- l’ho fatto tantissime volte anche io la storia del “giudizio” fotografico, la storia del “avrei fatto così”, ma poi sono cresciuto e crescendo ho imparato che quando sono osservatore le cose devono, obbligatoriamente cambiare!
- Le Regole in fotografia e nell’arte sono da conoscere e fare proprie, senza se e senza ma, la cultura personale è un fondamento così importante per potersi esprime che non va mai trascurato, anzi va incentivato, così come va incentivata l’informazione. Nella fotografia e nell’arte il talento è sopravvalutato, da solo non può bastare, se bastasse da solo le persone di talento non avrebbero bisogno di impegnarsi, di abnegazione e sacrifici. Prova a leggere questo libro se la pensi diversamente da quello che ho scritto nel secondo punto
Il commento più ricorrente è stato lo trovo un po’ troppo “sottoesposto!”
Ecco quei commenti sono rimasti sopiti fino ad oggi che per diverse ragioni, hanno risvegliato in me la voglia che avevo da scrivere sulla soggettività e la realtà nella fotografia.
Criticare una fotografia è lecito?
Cosa vuole dire quando qualcuno “critica” un’immagine come sottoesposta?
Mi è chiarissimo cosa vuol dire tecnicamente, mi è chiarissimo come sarà un istogramma, ma cosa c’è di sbagliato nell’immagine sottoesposta?
Sebbene ci siano alcune forme di fotografia, ad esempio quella editoriale o di moda, che sono notevolmente meno costrette dalla richiesta di un’immagine realistica, spessissimo “la realtà” è il metro con cui la maggior parte della fotografia, sicuramente la fotografia di paesaggio, tende a essere giudicata.
Catturare la scena “esattamente come appariva all’occhio” è un plus per moltissimi osservatori, e per molto tempo sono stato anche io uno di quelli.
La conoscenza come punto di partenza
Di fondo quando uno non conosce al meglio una determinata cosa la critica.
Ti faccio una domanda, tu scatti in Raw o in jpg?? Se Scatti in Raw, il processo di post produzione è parte integrante del processo creativo.
Se scatti in jpg lasci che questa fase venga gestita dal software della tua macchina fotografica.
La stessa cosa valeva anche con l’analogico, la differenza sostanziale che lo sviluppo del Raw era una cosa per pochi.
Credo che voler realizzare fotografie che raccontino la realtà assoluta sia, permettimi il termine, inutile, e questo l’ho sempre creduto.
La fotografia è la nostra personale interpretazione “artistica” del mondo e usare il modo in cui una macchina fotografica vede il mondo per registrarlo.
Una fotocamera non vede il mondo allo stesso modo dei nostri occhi.
I nostri occhi non vedono il grandangolo del mondo con una profondità di campo ampia su tutta la scena.
Quando guardiamo un panorama lo facciamo in modo selettivo, fissando la profondità di campo in un modo circolare, non lineare (l’ho spiegato meglio parlando della profondità di campo)
Quindi di che realtà stiamo parlando??
Quando usiamo un teleobiettivo magari Macro e fotografiamo un fiore con le goccioline di rugiada (che magari abbiamo appena spruzzato) di che realtà parliamo??
Quando montiamo dei filtri ND per far risultare l’acqua come della seta o le nuvole con delle meravigliose strisce nel cielo, di che realtà pariamo??
I miei occhi non bloccano un attimo nel tempo, non riesco a bloccare degli schizzi d’acqua come un fermo immagine; così non riesco a vedere la scia delle persone che camminano e che immortalo con dei tempi di scatto molto lunghi.
Insomma la macchina fotografica non vede la realtà, vede solo quello che il fotografo decide di immortalare e fermare.
Se dovessimo seguire questa filosofia di registrare il mondo nel modo più autentico possibile, quale sarebbe la differenza tra le immagini di due fotografi che si trovano nello stesso posto contemporaneamente?
Se entrambi i fotografi hanno un livello simile di abilità tecnica per catturare l’equilibrio dei toni in modo uniforme sull’istogramma, se non utilizzassimo le lunghe esposizioni come scelta creativa, ridurremo le decisioni creative del fotografo solamente alla scelta dell’obiettivo e alla composizione.
Ma anche in questo caso due composizioni diverse fanno passare messaggi diversi.
Quindi, se i nostri due fotografi magari famosi scelgono obiettivi simili, diciamo che entrambi scattano in grandangolo ed entrambi scelgono di scattare composizioni simili, come possono imprimere la loro personalità artistica sulla foto?
Cosa c’è di “loro” nell’immagine?
Insomma sei ancora convinto che la fotografia debba raccontare la realtà??
I fotografi nelle loro fotografie
Io adoro vedere come i fotografi mettano un po’ di loro stessi nelle loro immagini, così adoro la fotografia perchè ci metto me stesso.
Cosa c’è di sbagliato nel voler creare una fotografia che sia unica per se stessi e rappresenti la propria visione, il modo in cui vedi un particolare scena?
Non è questo una forma d’arte?
E se non la vogliamo definire arte, mi piacerebbe che si iniziasse a guardare le immagini con un approccio più di comprensione, invece che con un approccio di giudizio.
Comprendere chi scatta una fotografia
Negli ultimi anni, quando vedo una foto che attira la mia attenzione, nel bene e nel male, mi chiedo sempre alcune cose:
- Perchè il fotografo ha scattato quella foto
- Perchè ha deciso di pubblicare quella foto
- Perchè ha scelto quella post produzione
- Perchè mi metto a disagio o mi piace tanto quella foto
Insomma comprensione, mai giudizio – questo è il mio impegno.
Naturalmente, questa filosofia potrebbe essere interpretata come sostenitrice di un approccio “tutto va bene” che apre le porte a una post-elaborazione radicale, alla manipolazione delle immagini e alla composizione azzardata e forse anche eccessiva per alcuni.
Personalmente, non ho alcun problema con nessuna di queste cose, a condizione che il fotografo sia onesto e aperto riguardo all’elaborazione che è stata necessaria per creare l’immagine e non affermi che l’immagine è stata registrata “esattamente come appariva all’occhio”.
Questo non aiuta nessuno e, come ho detto sopra, non sono sicuro del motivo per cui qualcuno dovrebbe sentire che le proprie immagini sono in qualche modo più degne perché fedeli alla realtà.
Penso che tutti abbiano un limite a ciò che ritengono accettabile di fare a un’immagine.
Io ho i miei personali “limiti” entro i quali sono a mio agio nella fotografia e racconto molto di quello che sono.
Ma ho imparato a guardare e comprendere meglio gli altri.. per questo quando vedo un servizio come quello di Alex Majoli e sento dire che è troppo “sottoesposta”, sono sicuro che un fotografo di grande spessore come Majoli ha voluto quel genere, sono certo che ha voluto instillare la propria visione artistica nella scena, tentare di catturarla come la vedono nella loro mente e creare un’immagine che sia unica e personale.
Forse allora l’immagine ci dice tanto sul fotografo quanto sulla realtà della scena registrata…
e forse questo è parte di ciò che è l’arte.
Conclusione
Concludendo, la fotografia è qualcosa che va oltre alla realtà, un qualcosa che racconta molto di chi fotografa, tanto quanto chi o cosa è fotografato.
La comprensione del linguaggio fotografico è la base per poi lasciarsi andare nella creatività.
Picasso conosceva perfettamente la pittura, ma come lui stesso ha sostenuto:
“A dodici anni dipingevo come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino.”
E tu da cosa ne pensi? scrivimelo qui sotto!
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