Prima di parlare di ETTR (Expose To The Right) devo fare una serie di premesse, fondamentali per capire al meglio come scattare immagini di qualità.
Quello che so oggi dell’esposizione a destra, l’ho imparato diversi anni fa, partecipando ad un corso tenuto da Marianna Santoni, oggi quel corso si chiama Scatto digitale Avanzato, è tenuto da Marianna, con l’ausilio Mio e di Fabio Luparelli.
Con immagini di qualità intendo immagini che hanno una grande quantità di informazioni e che permettono di ottenere foto con elevata nitidezza anche ad Iso Alti.
Riepilogo Articolo - Luca Cazzaniga
Che cos’è l’esposizione fotografica?
In fotografia, l’esposizione è la quantità di luce che raggiunge il sensore o la pellicola della fotocamera. È una parte cruciale di quanto appaiono luminose o scure le tue foto.
L’esposizione fotografica varia in funzione di tre parametri:
- La velocità di scatto dell’otturatore, i TEMPI (caratteristica della macchina fotografica)
- L’apertura del diaframma, DIAFRAMMA (caratteristica dell’obiettivo)
- Sensibilità ISO, ISO (caratteristica del sensore della macchina fotografica)
L’esposizione è un argomento che confonde anche i fotografi avanzati. Il motivo è semplice: per ogni scena, una vasta gamma di velocità dell’otturatore, apertura e impostazioni ISO si tradurrà in una foto della luminosità “corretta”.
ad esempio inquadrando una determinata scena, avremo la stessa luce utilizzando questi parametri:
- Tempi: 1/125 Diaframma: f/5.6 Iso: 100
- Tempi: 1/30 Diaframma: f/11 Iso: 100
- Tempi: 1/125 Diaframma: f/11 Iso: 400
Se scatti in modalità M dovrai sistemare tu i parametri in funzione dell’esposizione che vorrai ottenere, se invece scatti in qualsiasi altra modalità semi-automatica o automatica, sarà la macchina fotografica ad aggiustare i parametri per ottenere l’esposizione “corretta”.
Metterò la parola “corretta” tra virgolette, perchè esistono, come vedremo in questo articolo, due esposizioni corrette, quella se scatti in jpg e quella se scatti in raw
L’esposimetro della macchina fotografica
L’esposimetro è quello strumento, all’interno della macchina fotografica, che misura la quantità di luce della scena che stai inquadrando
L’esposimetro della macchina si comporta sempre in modo standard senza tenere conto di cosa noi stiamo realmente fotografando.
L’esposimetro può misurare la luce in modalità differenti
*i nomi delle modalità di esposizione differiscono da produttore a produttore, la logica è la medesima
Modalità Valutativa: in quanto l’area inquadrata viene idealmente suddivisa in piccoli quadratini come in una scacchiera (o appunto una matrice) delimitando tante zone più piccole dell’immagine. L’esposizione viene poi valutata su ogni singolo quadratino e infine, con un particolare algoritmo proprietario e diverso per ogni singolo costruttore, riportata a un valore “medio”. In linea teorica è la più precisa, ma in qualche caso potrebbe non portarci al risultato voluto.
Parziale: Delimita un’area al centro dell’inquadratura alla quale dare più “importanza” nella misurazione della luce. La grandezza di questa area varia da macchina a macchina, ma si aggira sempre tra l’8% e e il 10% circa. Risulta utile quando si hanno soggetti in primo piano con sfondi chiari o luminosi, o anche quando si fotografa in leggero controluce.
Media Pesata al Centro: La misurazione viene effettuata al centro del mirino e in base ad essa viene poi calcolata una media da applicare a tutta la scena.
Spot: È una “Parziale” ancora più accentuata. Cioè viene delimitata una piccola area al centro del fotogramma (anche in questo caso può variare e si aggira intorno al 2% o 3% circa) e su quella viene misurata l’esposizione, è adatta in particolari situazioni di luce, come ad esempio spettacoli teatrali o in pieno controluce; misurando l’esposizione in modo preciso sul soggetto desiderato, la macchina non verrà ingannata dalla luce (o dal buio) che lo circonda.
I fattori che determinano l’esposizione
I fattori che devono essere presi in considerazione affinché ci sia l’esposizione che desideri, come detto in precedenza sono tre, i quali si combinano tra loro. Parliamo del tempo di scatto, dell’apertura del diaframma e dell’Iso.
Vediamo di approfondire più nel dettaglio i tre elementi fondamentali.
Tempi in fotografia
Quando si scatta una fotografia, il sensore oggi (la pellicola una volta) viene esposto ad una data quantità di luce per un dato lasso di tempo.
Questo da modo, al sensore, ti catturare l’immagine.
In pratica, di fronte al sensore ci sono due tendine che si muovono in modo sincrono e fanno passare della luce per un determinato tempo.
Il tempo di scatto, dunque, può essere molto lungo o breve a seconda della tua necessità. Se, infatti, vuoi scattare una fotografia di una moto che va molto veloce e congelare la scena, ad esempio durante il Motomondiale, ti servirà necessariamente un tempo di scatto molto breve. In caso contrario, la tua foto risulterebbe mossa.
- Freeman, Michael (Author)
La scala dei tempi varia generalmente tra 1/8000s e 30s (ci sono macchine che hanno velocità di scatto più alte e altre più basse, dipende da modello)
Ogni duplicazione o dimezzamento del tempo provoca una variazione di UNO STOP sulla scala graduata dell’esposimetro.
Il Diaframma
Ogni fotocamera, poco importa che tu abbia una reflex oppure una macchina foto compatta o un cellulare, è dotata di un obiettivo.
Questo, al proprio interno, ha un elemento che prende il nome di diaframma, il quale varia il diametro, facendo passare più o meno luce in base alla grandezza del “foro”
Se hai bisogno di più luce, il foro avrà dimensioni ampie rispetto al momento in cui potresti necessitare di una quantità minore di luce.
La scala dei diaframmi varia generalmente tra f/1.2 e f/32
Ogni duplicazione o dimezzamento del diaframma provoca una variazione di DUE STOP sulla scala graduata dell’esposimetro.
- Un obiettivo per i ritratti
- Messa a fuoco rapida e praticamente silenziosa
Iso
Se è vero che i tre elementi interagiscono tra loro, l’Iso rappresenterà il valore di sensibilità del sensore di catturare la luce.
In altre parole, nelle vecchie macchine fotografiche esisteva la pellicola, la quale oggi è stata sostituita da un sensore che svolge la stessa funzione.
In digitale, questo registra l’immagine. La differenza tra le due tecnologie sta nella possibilità di rendere questo sensore più o meno sensibile alla luce, quando ti è necessario, senza sostituire la pellicola.
Ogni moderna fotocamera è dotata della sensibilità Iso che ti permette di decidere, in base a ciò che desideri, quanto questa debba essere sensibile alla luce. Più il valore Iso è basso e meno sensibile alla luce risulterà il sensore digitale.
In sostanza meno il sensore è sensibile e meno luce catturerà a parità di tempo e diaframma, maggiore il sensore è sensibile, maggiore sarà la luce che catturerà a partità di tempo e diaframma.
La scala degli ISO varia generalmente tra 100 e 12.800 (esistono macchine fotografiche che arrivano ad ISO nativi altissimi)
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Ogni duplicazione o dimezzamento degli ISO provoca una variazione di UNO STOP sulla scala graduata dell’esposimetro
La gestione dell’esposizione in funzione del formato della foto
Possiamo dunque riassumere affermando che l’elemento fondamentale in una fotografia è la luce, la quale illumina una determinata scena che vuoi fotografare.
Modificando i parametri Tempo – Diaframma – Iso riuscirai a far si che la scena che stai illuminando sarà “correttamente” illuminata.
Correttamente illuminata: su queste due parole, potrei scrivere decide di pagine, ma sono anche convinto che non sarebbero efficaci, perchè l’ho visto nel tempo affiancando Marianna nel corso di scatto digitale avanzato, dove viene fatto toccare con mano cosa significa esporre correttamente.
- Fotografi – Esposimetro per luce ambientale, flash senza cavo, con cavo
- Cineasta – Esposimetro per luce ambientale, esposimetro a Lux o footcandle
In queste righe voglio riassumerlo in questo modo:
- Prendere l’esposizione corretta per un jpg , devi far si che l’esposimetro indichi Zero come il 98% dei libri di fotografia insegna e come fa la maggior parte dei corsi di fotografia base.
- Prendere l’esposizione correta per un file RAW, devi far si che l’esposimetro indichi almeno +1 stop, così da far risultare la tua fotografia sovraesposta. (ora so che questa cosa ti può suonare male, ma continua a leggere)
Qui sotto trovi un paio delle tantissime fotografie che ho scattato negli anni con la tecnica ETTR. A sinistra trovi la foto come è stata scattata, a destra la foto come è stata post prodotta.
So che delle foto del genere possono destabilizzare, ma è per mostrarti che sicuramente stai sfruttando male la tua macchina fotografica, così da non essere soddisfatto e da pensare di dover, in continuazione, cambiare macchina fotografica o obiettivo per alzare la qualità delle tue foto.
ETTR: che cos’è?
Con l’acronimo ETTR si vuole indicare l’espressione inglese Expose To The Right, la quale traduzione sta per Esporre a destra. Ma cosa significa?
La stragrande maggioranza dei fotografi espone le fotografie in modo “personale”, c’è chi sottoespone perchè la sua macchina gli permette un ottimo recupero delle ombre, c’è chi espone a zero, perchè così gli è stato insegnato al corso di fotografia.
- Kelby, Scott (Author)
Ma ti sei mai chiesto realmente come bisogna esporre per sfruttare al meglio il sensore della propria macchina fotografica?
Ti anticipo la risposta, la tecnica ETTR ti offre la possibilità di dare vita ad immagini, contenenti una serie di dettagli che prima pensavi di ottenere solamente cambiando macchina fotografica e passando alla nuovissima Mirrorless canon.
L’ETTR è una tecnica per massimizzare le informazioni tonali acquisite dal sensore della fotocamera in una determinata situazione. Usando ETTR, stai praticamente spostando le ombre dalla parte sinistra alla parte destra dell’istogramma.
L’immagine seguente mostra l’istogramma dell’immagine basata sulla tecnica ETTR rispetto a un’immagine di esposizione tradizionale.
Perché ETTR?
Diventiamo un po ‘tecnici ora. Il segnale (luce) che colpisce il sensore in maniera “forte” avrai maggiore informazioni da poter elaborare, quando invece il segnale (luce) è debole, il numero delle informazioni che il sensore recepirà sarà esponenzialmente più basso.
Questo è il motivo per cui la comparsa del rumore nelle parti delle ombre. La tecnica ETTR consente di catturare più luce, quindi un miglior rapporto segnale-informazioni.
Devi massimizzare la quantità di luce in entrata usando prima i valori di apertura o velocità dell’otturatore, se questi non bastano allora puoi aumentare i valori ISO, così da avere una maggiore quantità di segnale-informazioni.
Come esporre una foto a destra
Con l’esposizione a destra, sarà sempre necessario intervenire in post produzione, perchè l’immagine risulterà sovraesposta.
La metodologia ETTR è da sempre al centro di molte controversie: perché tendenzialmente sovraesporre fa paura, paura di perdere la foto, paura di non riuscire a recuperare il file, sopra ti ho mostrato che è possibile sovraesporre, e in alcune circostanze anche abbondantemente.
come già ribadito la spiegazione di come e perchè sovraesporre è lunga e in alcuni punti tecnica (come la parte di come vengono distribuite le informazioni sul sensore digitale), quindi rimando questa parte al corso in aula della durata di una giornata.
Come deve essere l’istogramma
Per una corretta esposizione a destra, l’istogramma deve toccare la parte destra in maniera abbondante.
Le tecniche di esposizione a destra vanno dalla più semplice (quella che ti spiegherò a breve) a tipologie di esposizione più complesse.
La modalità semplice usa l’istogramma come strumento. Fai uno scatto e guarda l’istogramma.
Se l’istogramma è sbilanciato al centro o a sinistra, modifica i parametri per fare entrare più luce, se questo non è possibile, valuta la possibilità di usare un flash, se questo non è possibile, valuta la possibilità di usare la tecnica HDR con il Bracketing.
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HDR e il bracketing per un maggiore gamma dinamica
Il processo HDR si ottiene prendendo più esposizioni di una scena ad alto contrasto (di solito un paesaggio o paesaggio urbano), con diversi livelli di luminosità, e quindi combinando la luce migliore di ogni esposizione in un’immagine.
Il risultato finale è un’immagine sbalorditiva che ricorda molto da vicino come l’occhio umano vede una scena. Questo processo di scatto digitale ha suscitato un po ‘di controversie e dibattiti nel mondo della fotografia, in particolare con immagini “troppo finte”. Questo perchè si tende ad usare l’HDR nel modo errato, scattando poche foto, normalmente 3 invece di scattare numerose foto, come minimo 7, così da catturare maggiori sfumature. (ho approfondito l’argomento in questo articolo sull’HDR)
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Una cosa è certa , se HDR è eseguito nel modo giusto, produce bellissime immagini, con poco rumore e un dettaglio pazzesco.
Ho creato un immagine di dimensioni 21718 Pixel X 7288 Pixel dal peso di 905 MB
L’immagine sopra è un esempio di ciò che l’elaborazione HDR può produrre. Questa immagine, presa nella zona di Brivio (LC), non avrebbe la stessa possibilità di elabrazione senza molteplici scatti.
HDR inoltre ha il grande vantaggio di abbassare il rumore in fase di unione delle foto.
Conclusione
La conoscenza dovrebbe essere la base di qualsiasi passione e professione, si può decidere di non usare l’ETTR consapevolmente che non si avrà la massima qualità dalla propria macchina fotografica. Ma non si può scegliere di non usare l’ETTR perchè non funziona, perchè se non ti funziona, probabilmente non la conosci a fondo!
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[…] La sensibilità nativa infatti è compresa fra 100 e 6400 ISO, ma che può essere espansa digitalmente anche fino a 12.800 per recuperare uno stop di luce anche nelle situazioni più difficili, per una gestione migliore dell’esposizione ti consiglio la lettura della tecnica ETTR […]